Il 3 dicembre al Teatro Stabile di Potenza con la Pigotta dell’Unicef,per salvare la vita a migliaia di bambini.
Il prossimo 3 dicembre, al teatro Stabile di Potenza vi sarà un evento “Le Pigotte e non solo… sfilano”, in collaborazione con Unitre e Istituto penale per minorenni di Potenza. Le Pigotte saranno protagoniste di una sfilata nella serata del 3 dicembre prossimo, nel teatro Stabile di Potenza. Le Pigotte saranno vendute e il ricavato servirà per inviare vaccini in quei paesi in cui i bambini ancora muoiono a causa di malattie dove ci si potrebbe salvare con una semplice vaccinazione”. Le Pigotte, in dialetto lombardo, erano le bambole di pezza del dopoguerra; dal 1999 sono le bambole dell’Unicef, uniche ed irripetibili. Sono realizzate a mano con fantasia e creatività da nonni, genitori e bambini, a casa, a scuola, presso associazioni e centri anziani di tutta Italia. Con una donazione minima di 20 € tutti possono adottare una Pigotta e sostenere l’Unicef e i suoi programmi salvavita. Ogni Pigotta apre un cerchio di solidarietà che unisce chi ha realizzato la bambola, chi l’ha adottata e il bambino che, grazie all’Unicef, sarà inserito in un programma di lotta alla mortalità infantile denominato “Strategia Accelerata per la sopravvivenza e lo sviluppo dell’infanzia”.La storia della Pigotta è ricca di iniziative e successi importanti che hanno contribuito ad aiutare, ad oggi, 800.000 bambini nel mondo.Per far conoscere ai bambini e alle bambine i propri diritti, per farli confrontare con realtà diverse dalla propria, per insegnare loro a condividere con gli altri il prodotto della propria creatività attraverso la realizzazione della bambola di pezza, l’Unicef Italia ha ideato un progetto per gli alunni e le alunne della Scuola Primaria ispirato alla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (20 novembre 1989).Adottiamo una Pigotta perché come spesso ci esorta Papa Francesco”Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio. Bisogna custodire la gente, aver cura di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore”.