Misericordia: il nome di Dio.
Cari lettori e lettrici di Cronaca e Legalità, la parola che vi consegno questa settimana la traggo dalla celebrazione che questa domenica la Chiesa ci fa vivere: la domenica della Divina Misericordia. Una celebrazione che è stata istituita per la tenacia di San Giovanni Paolo II su ispirazione delle rivelazioni di Gesù misericordioso a Santa Faustina Kowalska. Gesù, infatti, apparendo diverse volte a questa sua umile serva le disse più volte: “Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l’immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la Festa della Misericordia” (D. 299). ed Egli spiegò anche il motivo per cui desiderava istituire questa festa: “Le anime periscono, nonostante la Mia dolorosa Passione (…). Se non adoreranno la Mia Misericordia, periranno per sempre”. (D. 299). Dunque il Signore ci invita oggi a tuffarci ed immergerci nel suo cuore misericordioso. Egli infatti disse a Santa Faustina: “Desidero che la Festa della Misericordia sia di riparo e di rifugio per tutte le anime e specialmente per i poveri peccatori. In quel giorno sono aperte le viscere della Mia Misericordia, riverserò tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della Mia Misericordia. L’anima che si accosta alla confessione ed alla Santa Comunione, riceve il perdono totale delle colpe e delle pene. In quel giorno sono aperti tutti i canali attraverso i quali scorrono le grazie divine” (D. 699).
Ma che cos’è la Misericordia di Dio? Già nell’Antico Testamento la Misericordia identifica Dio stesso quando Mosè, volendo vedere il volto di Dio, che non gli è concesso, sente al passaggio di Dio la proclamazione dell’essenza di Dio, del nome di Dio: “Il Signore, il Signore ricco di grazia e di misericordia” (Es 34,6-7). Misericordia è l’amore stesso di Dio nel cuore delle miserie umane. Ma per capire meglio cos’è la Misericordia mi voglio soffermare alcuni aspetti che troviamo nel capitolo 15 del Vangelo di Luca che ci riporta le tre famose parabole della misericordia: la parabola della Pecorella smarrita, la parabola della dracma perduta, la parabola del Padre e dei due figli. In queste tre parabole vengono, infatti, evidenziati cinque aspetti della Misericordia che ce ne fanno capire tutta la portata e la ricchezza.
Primo la Misericordia è amore che cerca; ecco il primo aspetto. Nella parabola della Pecorella smarrita e della dracma perduta, a questa perdita, a questo smarrimento fa seguito immediatamente la ricerca. Il pastore lascia le novantanove pecore e va in cerca di quella perduta. La donna spazza la casa alla ricerca della dracma perduta. La misericordia è amore che si fa ricerca, dunque è amore dinamico, è la dinamicità dell’amore. Non è amore che sta seduto, è amore che si sposta, è amore che ci spinge a fare il primo passo, è amore che ci pone nell’inquietudine di voler cercare il fratello, la sorella che si sono allontanati, che si sono persi, perché il nostro cuore è inquieto finché non ci siamo fatti carico di quel fratello, di quella sorella, finché non l’abbiamo accolto nell’abbraccio avvolgente della tenerezza di Dio. Allora la misericordia è amore che ci butta fuori da noi stessi, che ci pone in un esodo da noi, un “exodus”, un cammino che non ci allontana da noi stessi ma ci restituisce a noi come cercatori perché donatori di amore, come Dio che ha vissuto l’esodo da sempre. “Sei venuto a cercarci, o Signore, quando noi non Ti cercavamo, e sei venuto a cercarci affinché noi ti cercassimo”, così S. Agostino parla di Cristo Gesù come icona della misericordia di Dio, ed allora siamo chiamati a vivere la misericordia come amore che si fa ricerca.
Secondo aspetto: la Misericordia è amore che si fa gioia, perché quando il pastore raggiunge la pecora smarrita, tutto contento se la mette sulle spalle. Nel Vangelo di Luca è certo che il pastore trova la pecora, mentre nel Vangelo di Matteo si dice “se la trova”. Luca dice: “trovatala se la pone tutto contento sulle spalle”, perché l’amore che si fa ricerca certamente raggiunge l’obiettivo, perché questo uscir fuori da noi stessi solo per amore di Dio, solo per effondere la misericordia attorno a noi, certamente raggiunge il cuore del fratello che si è allontanato, e allora l’amore si fa misericordia perché si fa esaltazione di gioia.
Terzo aspetto: la Misericordia è amore che si fa condivisione. Il pastore e la donna che ritrovano ciò che avevano perduto non possono fare a meno di condividere con gli amici, con le amiche, la loro gioia. E’ incontenibile la gioia della misericordia, si deve condividere, come il padre che al ritorno del figlio sente di dover condividere quella gioia, di fare festa: è la festa della tenerezza, è la festa dell’amore traboccante di Dio che si deve condividere, perché l’amore non si può contenere, si fa condivisione, allarga il cuore. Amore è la Misericordia come tavola imbandita, dove c’è sempre un posto per l’altro.
Quarto aspetto: la Misericordia è amore che si fa accoglienza. Il Padre aspetta il figlio e quando lo vede da lontano gli va incontro e lo accoglie. Il figlio aveva preparato un lungo discorso, ed il Padre gliene fa dire solo la metà: «Ho peccato contro il Cielo e contro di te ecc., non sono degno di essere chiamato tuo figlio…», ed il padre non lo fa continuare. Non gli fa dire: «trattami come uno dei tuoi servi», perché per il padre quello è sempre suo figlio, ed allora l’amore si fa Misericordia nel momento in cui accoglie, allarga le braccia in questo coinvolgimento benedicente che ti restituisce dignità, che ti tratta sempre da figlio. Infine la Misericordia è amore che si dà, ecco l’ultimo aspetto, amore che si dà gratuitamente, totalmente, senza nulla attendere, neanche che l’altro comprenda la tua tenerezza, neanche che l’altro accolga il tuo sforzo d’amore, il tuo essere uscito di casa, l’esserti esposto e l’aver rischiato per lui. E’ amore che si dà e nulla attende, solo abbraccia, cerca, gioisce e condivide: chissà col tempo, forse i due figli capiranno. Ecco che cosa è la Misericordia: la medicina essenziale di cui abbiamo bisogno, perché la Misericordia ci fa attingere l’amore dal cuore stesso di Dio.
Concludo questa rapida descrizione della Misericordia condividendovi il bellissimo messaggio audio che Antonietta Gargiulo, sopravvissuta alla strage di Cisterna, ha pubblicato dalla Comunità Gesù Risorto. Le sue parole sono un inno alla Misericordia, all’amore che vince l’odio, alla Misericordia che è – come ha sottolineato San Giovanni Paolo II – il vero limite del male. Esse sono ancora un ringraziamento a tutti coloro che hanno pregato per lei dopo i fatti del 28 febbraio, quando l’ex marito Carabiniere Luigi Capasso ha sparato tre colpi di pistola contro di lei, per poi uccidere le sue due bambine Alessia e Martina e togliersi la vita con la pistola di ordinanza. Dice Antonietta: “Ciao a tutti, sono Antonietta Gargiulo e oggi voglio ringraziare ognuno di voi per le preghiere e per l’amore. La mia vita oggi qui è un miracolo! E ringrazio Dio ogni istante! Il vero miracolo ancora è l’amore che ha circondato me e soprattutto le mie bambine. Il vero miracolo è che l’odio, il male e il rancore non hanno vinto nei nostri cuori, ma regna un senso di Pace, di Pietà e di Misericordia. Regna l’Amore che si sta estendendo a cerchi concentrici come da una goccia e sta arrivando lontano. La Parola di Dio ha vinto sulla morte e io lo posso testimoniare. Un grazie senza fine va alla mia famiglia e a tutti voi perché in ogni cellula del mio corpo sento la vita che è rinata da tutte le preghiere per me. Gesù nostra Luce ci benedica!”.