Libertà: vivere liberamente nel bene e nella verità.
Cari lettori e lettrici di Cronaca e Legalità, la parola che vi consegno questa settimana è Libertà. Una parola che ci ricorda uno dei valori più importanti della vita umana. Tutti siamo d’accordo che la libertà è una cosa fondamentale, che essere liberi, poter pensare liberamente, parlare liberamente, agire liberamente, vivere liberamente, siano condizioni necessarie per una vita dignitosa. Non basta soddisfare i bisogni primari (mangiare, dormire, vestirsi, ecc.), noi umani abbiamo anche bisogni più profondi che dicono chiaramente che non siamo soltanto un ammasso di cellule e carne, ma dentro di noi vi è qualcosa di più: uno spirito, un’anima. Il bisogno di libertà, di liberazione dice proprio questa nostra profondità spirituale. Dunque tutti siamo concordi nel ritenere la “libertà” un valore, il problema, invece, nasce quando dobbiamo definire la libertà: che cos’è la libertà? Cosa vuol dire essere liberi? Quali sono i criteri per capire se sono davvero libero?Dinanzi a queste domande gli uomini si dividono. Una delle definizioni della libertà più ricorrenti a livello popolare è “libertà è fare ciò che mi pare e mi piace”. Una definizione che va molto di moda e che spesso viene ripetuta come uno slogan da tante persone. Fai ciò che vuoi e ti piace! Debbo, però, dire che questa definizione della libertà è difettosa. Essa affascina tanto, ma se rimaniamo con i piedi per terra e decidiamo di vivere la vita realmente essa è impossibile da mettere in pratica, a meno che decidiamo di fregarcene totalmente degli altri. Infatti, se essere libero significa fare ciò mi pare e mi piace, allora domani potrebbe piacermi prendere a calci qualcuno, oppure potrebbe piacermi sottrarre qualcosa da qualche negozio, oppure potrebbe piacermi insultare una persona, ecc. i giornali ormai sono diventati la vetrina dove è possibile contemplare tutte le assurdità più grandi di cui l’uomo è capace, e forse – sotto sotto – proprio in nome di questo modo erroneo di intendere la libertà. Libertà non può essere “fare ciò che mi pare e mi piace”, perché la mia libertà finisce proprio dove inizia quella dell’altro, perché nella vita esistono limiti, leggi, valori da rispettare.
Qualche tempo fa il mio arcivescovo è andato ad incontrare dei ragazzi di un Liceo Scientifico e ha chiesto ai giovani di una quinta come definivano la libertà. Tutti hanno risposto: “Fare ciò che mi pare e piace”. Alche il vescovo ha detto ad un ragazzo che era seduto ai primi banchi: “per favore mi dai il tuo portafoglio”. Il ragazzo senza esitare ha messo la mano in tasca e lo ha consegnato al vescovo che era seduto alla cattedra. Il vescovo l’ha guardato e poi se l’è messo in tasca e ha detto al ragazzo: “questo ora è mio!”. “Come Eccellenza?? Il portafoglio è mio!” ha risposto il ragazzo un po’ urtato. Il vescovo senza scomporsi ha detto: “ma libertà è fare ciò che mi piace e mi pare! A me piace il tuo portafoglio pieno di soldi, per cui me lo tengo!”. “E no!” ha risposto il ragazzo, “Non potete!”. E il vescovo: “Allora vedi che libertà non è fare ciò che ti pare e ti piace!??”. Dire che la libertà vuole dire “fare ciò che pare e piace” significa confondere la libertà con l’egoismo! L’egoista fa ciò che gli pare e gli piace, senza preoccuparsi minimamente degli altri e di ciò che lo circonda. La libertà, al contrario, va sempre unita ad altre dure parole: verità e bene. Se nella vita non cerchi la verità e il bene, non puoi davvero essere libero nel cuore. Ma vi è anche un altro senso di libertà che è importante non smarrire oggi: libertà significa anche “liberazione”. Liberazione da cosa? Da tutti quei mostri che abitano il nostro cuore e che ci impediscono davvero di vivere in pienezza. “La libertà è l’affrancamento dalle passioni” ripeteva il grande Seneca. Noi moderni che ci fregiamo di essere orgogliosamente liberi, senza accorgercene siamo schiavi di tante cose: schiavi dei modelli di benessere, delle mode, degli stili di vita, che altri pensano a tavolino e tramite la pubblicità ci propinano. Schiavi tante volte delle nostre paure (paure del futuro, dei giudizi altrui), schiavi del nostro passato del quale non riusciamo a liberarci, ma ci portiamo come fardello che ci opprime. In generale poi l’uomo di oggi (ed è triste constatarlo quotidianamente) è schiavo di tante cose: denaro, alcool, droga, sesso, gioco d’azzardo, carriera e successo, del proprio Io, ecc. Non siamo davvero liberi, pensiamo di esserlo, ma in realtà sono tanti i condizionamenti che ci bloccano e paralizzano nella vita. L’uomo, però, deve trovare la strada e il mezzo per la liberazione del cuore e solo così può essere veramente libero. Nel vangelo Gesù ci indica questa strada: “Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,31-32). Per essere veramente liberi nel cuore bisogna affidarsi a Colui che è la sorgente di ogni libertà, Gesù buon pastore, Colui che ci libera da tutte le nostre morti interiori e alla sua parola, che è parola di libertà, di luce e di salvezza.
Ma le parole di Gesù possono essere anche interpretate in altro modo: per essere liberi bisogna conoscere la verità, la verità di noi stessi. Chi si conosce, chi sa cosa abita nel suo cuore, allora diventa libero da tanti condizionamenti. Molte persone non sono libere, perché non sanno ciò che abita nel loro cuore, non conoscono i mostri che tante volte condizionano le loro scelte, atteggiamenti, decisioni, sentimenti, pensieri, ecc. Si è liberi nella misura in cui ci si conosce! Ecco perché è tanto importante l’invito del grande filosofo Socrate: “Conosci te stesso!”.
Concludo cari lettori e lettrici, augurando a ciascuno di voi di vivere da persone libere nel cuore, di sperimentare la vera libertà che è sempre unita alla verità e al bene, ma soprattutto di poter sperimentare la bellezza di essere liberati e resi liberi da Colui che è fonte di ogni libertà: Cristo Gesù nostro Signore.