Rosario: catena dolce che ci rannodi a Dio.

Cari lettori e lettrici di Cronaca e Legalità, la password che vi consegno questa settimana è rosario. La parola rosario rimanda al termine rose e con questo termine indichiamo due cose: la preghiera che i cristiani rivolgono alla Vergine Maria e nello stesso tempo lo strumento con cui essi pregano (la corona del rosario). Il rosario, cari lettori e lettrici, può forse destare in noi una sensazione di qualcosa di antiquato, di obsoleto, lo recitano nelle parrocchie gli anziani che sono cresciuti cinquant’anni, sessant’anni fa. Forse dentro di noi facciamo ragionamenti del genere: “L’uomo moderno se deve riscoprire la preghiera deve farlo in un modo nuovo, più adatto ai tempi, più libero e spontaneo e non con formule già preconfezionate!”. Il rosario, dunque, ci sembra una preghiera per vecchi! Eppure oggi assistiamo a una cosa molto strana: l’uomo occidentale è molto attratto dalle spiritualità orientali (Buddismo, New age, induismo, ecc…), sente dentro di sé la mancanza di pace e gioia nonostante il benessere in cui vive, e pertanto si avvicina al mondo orientale per trovare nelle spiritualità orientali e nelle pratiche religiose orientali una propria religiosità e la pace che gli manca. “Occidentalis Karma” cantava Gabbani un anno fa a Sanremo, e tanti personaggi del mondo dello spettacolo praticano queste spiritualità orientali.  Ora se andate a chiedere come prega un monaco Buddista, vi mostrerà anch’egli il suo rosario, che spesso porta al polso e col quale quotidianamente prega e medita per raggiungere la pace. La cosa strana è che ci siano occidentali che bollano il rosario cristiano come “vecchiume”, ma poi con grande disponibilità pregano il rosario buddista e lo esaltano come uno strumento eccezionale, dicendo di non trovare nel cristianesimo ciò che trovano nelle spiritualità orientali.  Inoltre tra il rosario cristiano e il rosario buddista vi è una grande differenza: pregare il rosario buddista significa ripetere semplicemente delle formule mentalmente con le quali si cerca di raggiungere “il Nirvana”, lo stato di pace. Pregare il rosario cristiano, invece, significa entrare in contatto con una persona viva, cioè la Vergine Maria, madre di Gesù e madre nostra (Gesù, infatti, dall’alto della croce l’ha costituita nostra madre). La Vergine Maria, infatti, è una persona viva, che ama ciascuno di noi e ascolta la nostra preghiera!

Con Lei possiamo entrare in contatto tramite la preghiera, e specialmente la preghiera del rosario. Una delle immagini più belle che noi cristiani possiamo contemplare è quella della Vergine Maria che apparendo a Lourdes a S. Bernadette Soubirous, mentre la giovane fanciulla dei Pirenei, pregava e sgranava il rosario, la Madonna – ha lasciato scritto la veggente – sgranava anch’ella la corona del rosario, senza però dire l’Ave Maria; alla recita del Gloria al Padre, la Madonna – dice S. Bernardette – inchinava il capo in segno di adorazione e lo recitava insieme alla ragazza. Ecco pregare il rosario significa pregare Maria e pregare insieme a Maria, persona viva e presente, anche se i nostri occhi fisici non possono vederla. Ma Lei c’è!

Allora cari lettori e lettrici, forse dovremo riscoprire la preghiera del rosario, una preghiera semplice che è capace di metterci in contatto con la madre di Dio. Una preghiera semplice (Composta dalle ave maria, dal padre nostro, dal gloria al Padre, ecc..) e nello stesso tempo profonda, capace di far contemplare tutti i misteri principali della fede cristiana (incarnazione, passione e morte, risurrezione di Cristo). Il Rosario ha un corpo e un’anima: il corpo è la recita delle preghiere che lo compongono, l’anima è la meditazione dei misteri. Il rosario è una preghiera che possiamo pregare ovunque: a casa, in chiesa, in macchina, sul treno, sull’autobus, in metro, facendo la nostra corsa o la nostra passeggiata quotidiana. Ormai sono anche disponibili tantissime applicazioni per cellulare che ti permettono di imparare come pregarlo e pregarlo in compagni di una voce guida. Il rosario è una preghiera che dobbiamo riscoprire, soprattutto in questo mese di maggio, tradizionalmente consacrato alla devozione della Vergine Maria. San Giovanni Paolo II, il papa che tutti abbiamo amato, diceva durante il suo pontificato che il rosario era la sua preghiera prediletta! E definire San Giovanni Paolo II come uno che pregava una preghiera “per vecchi!” mi sembra proprio un’affermazione inopportuna…

PAPA GIOVANNI PAOLO II

Cari lettori e lettrici di Cronaca e Legalità, vi auguro di riscoprire o scoprire questa preghiera stupenda, soprattutto vi auguro di scoprire la presenza della Vergine Maria, madre nostra, accanto a ciascuno di voi. Presenza benedetta e santa, presenza tanto necessaria oggi, perché abbiamo bisogno tutti di una madre che dal cielo ci aiuti, ci accompagni e ci indichi il cammino. Termino riportandovi le parole di San Giovanni Paolo II, grande innamorato della Vergine Maria e del S. Rosario: “Io stesso, poi, non ho tralasciato occasione per esortare alla frequente recita del Rosario. Fin dai miei anni giovanili questa preghiera ha avuto un posto importante nella mia vita spirituale. […] Il rosario mi ha accompagnato nei momenti di gioia e in quelli della prova. Ad esso ho consegnato tante preoccupazioni, in esso ho trovato sempre conforto. […] Il rosario è la mia preghiera prediletta. Preghiera meravigliosa! Meravigliosa nella sua semplicità e nella sua profondità” (Rosarium Virginis Mariae n. 2).