Un libro sulla figura di San Gerardo sarà presentato oggi nella Sala dell’Arco del Comune di Potenza.
La presentazione del libro di Don Gerardo Lasalvia “Di Potenza Generale. Biografia semplice di san Gerardo La Porta”, edito dalle Edizioni sant’Antonio si terrà oggi sabato 26 maggio alle ore 18.00 presso la sala dell’Arco del Municipio di Potenza. Presenteranno il libro il dott. Enzo Fierro presidente della ass. “We love Potenza” e mons. Vito Telesca, vicario generale della diocesi di Potenza.Il libro parte dall’analisi dell’omelia che il vescovo Manfredi di Potenza fatta presumibilmente nel 1121, all’indomani della canonizzazione di san Gerardo” Questi nato a Piacenza da nobile famiglia, perfettamente istruito nelle lettere per divina volontà venne a Potenza presso la Puglia, ivi dimorando per breve tempo; come fosse santissima la sua vita fu dimostrato dai suoi meriti”.Diceva il vescovo Manfredi e ancora“La morte del santo confessore Gerardo si celebra il 30 ottobre; con voci festanti e con cuore pieno di gioia, venga esaltata per quanto è possibile a noi miseri servi”.Una vita santa dunque acclamata dal popolo che gli riconobbe i meriti già sin dagli anni vissuti a Potenza . S. Gerardo vescovo a Potenza nella Lucania.
Era questi nativo di Piacenza e, trasferitosi a Potenza, venne scelto come vescovo per le sue virtù e la sua attività taumaturgica. Morto dopo appena otto anni di episcopato, il suo successore Manfredi ne scrisse una Vita ne ottenne una canonizzazione ” da parte del papa Callisto II (1119-24).S. Gerardo, patrono della città e dell’archidiocesi di Potenza, nativo di Piacenza, discendente dalla nobile e illustre famiglia La Porta, fu Vescovo di questa città dal 1111 al 1119. Uomo di cultura e di solida pietà, dopo aver trascorso la sua giovinezza in patria si diresse verso l’Italia Meridionale, come tanti altri spiriti nobili del suo tempo, o alla ricerca di solitudine o per essere più vicino ai punti di imbarco dei crociati, diretti verso i luoghi santi. Giunto a Potenza, Gerardo vide aprirsi davanti un vasto campo di apostolato, specialmente tra la gioventù. Apri a tutti gratuitamente i tesori della sua cultura e della sua bontà, attirandosi la simpatia di tutto il popolo. Alla morte del Vescovo della città, clero e popolo lo elessero loro pastore. Fu consacrato Vescovo ad Acerenza. La dignità conseguita non mutò l’austerità della sua vita né la semplicità dei suoi costu-mi. Manfredi, suo biografo e poi successore nella catte-dra episcopale, cosi descrive questo periodo della sua vita: “Onorato della gloria pontificale, apparve più umile, più mansueto, più piò, più benigno, più diligente nell’esercizio delle virtù. Era di tanta sobrietà da sembrare un monaco”.
Il Signore si compiacque di far rifulgere la santità del suo servo ancora in vita, con segni miracolosi, come il cambiamento dell’acqua in vino la guarigione di uno storpio e il ritrovato intelletto di un monaco e numerosi altri di cui la Città capoluogo ne fu e, ne è testimone. Appena un anno dopo la sua morte, il Pontefice di Roma Callisto II ne proclamò la santità. Le ossa di S. Gerardo riposano sotto l’altare a lui dedicato nella Chiesa Cattedrale di Potenza. Il Santo viene onorato, in modo particolare, il 30 ottobre, giorno della sua morte, e il 30 maggio a ricordo della traslazione delle sue ossa, fatta dal Vescovo Oberto nel 1250.Nell’intento dell’autore Don Gerardo Lasalvia ,tanto fervore e devozione : “Penso che nella vita bisogna fare una sintesi ad un certo momento della propria esistenza. Bisogna cioè cominciare a proporre una sintesi tra ciò che si è vissuto, fin dall’infanzia, con ciò che si è acquisito, sia dal punto vista culturale che spirituale. San Gerardo mi ha offerto una meditazione su come bisogna intendere il cattolicesimo oggi, comprendendo che, al di là delle necessarie differenze storiche, la nostra fede si è mantenuta intatta sia nel deposito della fede che nella prassi di applicazione della Rivelazione. San Gerardo inoltre ha offerto un esempio peregrinando per molte zone d’Italia fino a stabilirsi nella nostra città, perché l’uomo di fede non riesce a sentirsi mai a proprio agio nelle plaghe di questo mondo. Tanta è la forza spirituale che lo coinvolge. Egli si ferma a Potenza per vivere il suo sacerdozio, ben comprendendo che una forte vita ascetica, un buon impegno culturale, l’instancabile insegnamento potevano tradurre la forze dello spirito che ha colpito la sua anima. E quando un prete con onestà e senso di abnegazione riesce in questo, cioè quando il popolo affidato migliora perché è istruito a come avvicinarsi a Cristo, allora la santità è a portata di mano di quel prete”afferma Don Gerardo che in una omelia durante la novena di San Gerardo in corso in questi giorni, ha manifestato la sua devozione attraverso un gesto di grande affidamento al santo per le situazioni che hanno caratterizzato la sua vita: toccare il suo bastone pastorale.
Il libro è anche un piccolo manuale di dottrina cattolica, secondo lo stile della catechesi che parte dalla narrazione, dalla storia, da ciò che è accaduto, perché nessuna scelta di fede può essere svincolata dalla storia e dalla narrazione. Un tempo si diceva che la filosofia è ancella della teologia. Oggi invece è urgente dire che è la storia ad essere l’ancella della teologia, cioè del discorso divino. In un mondo che ha smarrito le radici e comunque le ricerca ancora, l’unico antidoto alla secolarizzazione, cioè al pensare che la vita non ha senso e perciò non è veramente utile, è il racconto di Dio che interviene nei fatti dell’uomo. Questa è in fondo la condizione fondamentale del libro e ciò che san Gerardo volle e vuole ancora dimostrare come la nostalgia della vita beata può solo trasformare la persona e il mondo che lo circonda in meglio, tanto che attraverso il santo il paradiso è intellegibile, compreso dunque e, la santità può essere a portata di tutti solo se lo vogliamo.