Altruismo: uscire dal proprio io per incontrare l’altro.
Cari lettori e lettrici di Cronaca e Legalità, la password di questa settimana è Altruismo. Come già detto la scorsa settimana seguiamo per cinque settimane il romanzo della scrittrice americana Veronica Roth, che nel romanzo divergent, immagina un’umanità in un’era apocalittica divisa in cinque fazioni che favoriscono il mantenimento degli equilibri tra gli esseri umani: intrepidi, eruditi, abneganti, candidi e pacifici. La scorsa settimana abbiamo parlato della virtù che riguardava il gruppo degli intrepidi, questa settimana parliamo della virtù che riguarda la fazione degli abneganti: l’altruismo.
Già la scorsa settimana dicevo che il romanzo ci offre cinque virtù che tutti gli esseri umani dovrebbero vivere per una vita piena. Ora che cos’è l’altruismo? Fondamentalmente è l’atteggiamento di chi orienta la sua opera verso il fine di raggiungere il bene altrui (o, se si preferisce, di trovare il bene proprio nel bene altrui). La parola può anche indicare la dottrina che giustifica e propone tale atteggiamento. L’altruismo è una virtù che si oppone ad una malattia terribile dell’io, ovvero, l’egoismo.
Quest’ultimo, infatti, conduce gli esseri umani a pensare soltanto a sé, a vivere unicamente per il proprio interesse e il proprio tornaconto. L’altruismo, invece, ci fa uscire da noi stessi e apre i nostri occhi sui bisogni degli altri. Come è successo a Torino dove una donna, lavoratrice della Skf di Airasca, che aveva problemi familiari dovuti alla salute del marito con bisogno di assistenza, e per la moglie staccarsi dall’impianto per potergli stare vicino era un problema: i permessi a disposizione non bastavano. Così è entrata in campo la solidarietà dei colleghi, che si sono fatti avanti per donare le loro ferie. Spesso la quotidianità è piena di persone che compiono gesti altruistici: dalla persona che sul pullman cede il proprio posto ad un anziano, al giovane che al supermercato tiene la porta aperta a qualcuno che è carico di borse della spesa, alle persone che portano da mangiare o qualcosa con cui scaldarsi a chi vive per strada. I mass media talvolta, mettono in risalto gesti altruistici eclatanti: persone che rischiano la propria vita per salvarne un’altra, o persone misteriose che donano centinaia di migliaia di euro ad enti di beneficenza.
L’altruismo grazie a Dio è un qualcosa che portiamo scritto nelle fibre del nostro essere. Personalmente non sono d’accordo con chi sostiene che l’essere umano è fondamentalmente un egoista. Penso al filosofo inglese Thomas Hobbes, che sosteneva una visione pessimistica dell’uomo: homo homini lupus, l’uomo è lupo all’altro uomo! Nello stato di natura gli esseri umani sono fondamentalmente egoisti e si distruggono vicendevolmente, per cui è necessaria la costruzione dello stato, con delle leggi, per mitigare l’egoismo umano. Oppure mi viene in mente lo scienziato americano Richard Dawkins, ateo, che recentemente ha scritto un libro (the God Delusion) con cui attacca il cristianesimo e le religioni, il quale afferma: “Bisogna cercare di insegnare generosità e altruismo, perché siamo nati egoisti. Bisogna cercare di capire gli scopi dei nostri geni egoisti, per poter almeno avere la possibilità di alterare i loro disegni, qualcosa a cui nessun’altra specie ha mai aspirato” (Richard Dawkins). Le sue parole possono sembrare bellissime, una frase ad effetto, ma in realtà nascondo una verità inquietante: l’uomo è un egoista per natura! Oltretutto le sue affermazioni non hanno alcuna dimostrazione scientifica, non esiste, infatti, alcune ricerca scientifica che dimostri in noi la presenza dei geni egoisti! Questa teoria sa più di fantascienza che di scienza! Io ritengo al contrario, che gli esseri umani siano per natura altruisti: siamo, infatti, creati ad immagine e somiglianza di Dio, e se Dio nella sua natura più profonda è amore (cfr. 1Gv 4), significa che anche noi siamo fatti per amare, siamo – come cantava Nek qualche anno fa a Sanremo – “due braccia con un cuore” e non soltanto testa e cervello. Se gli esseri umani talvolta vivono nell’egoismo ciò è per una loro scelta che fa rivolgere la loro capacità di amare, verso se stessi, anziché verso gli altri. Nell’ottica della fede possiamo dire che ciò è dovuto al peccato personale di ciascuno, che spinge a far emergere il male in noi, anziché il bene.Nella bibbia, in particolare nei vangeli, esiste un’icona dell’altruismo: è il buon samaritano. Vi riporto di seguito il testo del brano biblico perché ci fa vedere plasticamente che cosa significhi essere altruisti:
“Gesù riprese: Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: «Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno». Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così”.
Il buon samaritano è l’icona dell’altruismo perché si è preso cura di quell’uomo per pura gratuita e compassione. Infatti, non lo conosceva e avrebbe potuto tranquillamente tirar dritto come gli latri due che lo hanno preceduto. La tradizione cristiana da sempre ha visto nel buon samaritano una immagine di Gesù che si prende cura di ciascuno di noi. In una preghiera stupenda della messa si dice, infatti, così: “È veramente giusto renderti grazie, Padre misericordioso: tu ci hai donato il tuo Figlio, Gesù Cristo, nostro fratello e redentore. In lui ci hai manifestato il tuo amore per i piccoli e i poveri, per gli ammalati e gli esclusi. Mai egli si chiuse alle necessità e alle sofferenze dei fratelli. Con la vita e la parola annunziò al mondo che tu sei Padre e hai cura di tutti i tuoi figli”. (Messale romano – preghiera eucaristica VC) Cari lettori e lettrici di Cronaca e legalità, l’altruismo è una virtù che dovremmo imparare a coltivare nella nostra quotidianità. Essa ci permette di uscire dal mondo in cui spesso ci rinchiudiamo per aprirci al mondo degli altri. Dovremmo imparare a farlo partendo dai nostri contesti familiari, per poi allargare il cerchio sempre più alle persone che quotidianamente incontriamo. Concludo augurandovi una buona settimana e lasciandovi un’altra bellissima parte della preghiera eucaristica sopracitata che possiamo fare nostra in questa settimana per chiedere a Dio il dono di un cuore generoso e altruista: “Signore, donaci occhi per vedere le necessità e le sofferenze dei fratelli; infondi in noi la luce della tua parola per confortare gli affaticati e gli oppressi: fa’ che ci impegniamo lealmente al servizio dei poveri e dei sofferenti”. (Messale romano – preghiera eucaristica VC).