Traffico internazionale di droga con base a Pignola(PZ),otto arresti.

Nelle prime ore di questa mattina, gli operanti del G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Potenza, hanno eseguito otto ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip di Potenza  su richiesta della Procura, nell’ambito di un procedimento penale a carico di numerosi soggetti indagati per traffico internazionale di stupefacenti, che aveva base a Pignola, vicino Potenza. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale di Potenza e svolte dal GICO della GdF di Potenza, hanno rivelato l’esistenza di un vero e proprio sodalizio dedito al traffico di droga, principalmente cocaina, radicato nel centro lucano ma con capillari ramificazioni sia fuori regione, sia all’estero. Proprio il rilievo ed il livello del traffico scoperto dalle indagini e la necessità di sviluppare le investigazioni a livello internazionale hanno determinato la necessità di coinvolgere nelle attività d’indagine lo GICO della GdF e la Direzione Centrale dei Servizi Antidroga, che hanno dato un rilevante apporto agli accertamenti svolti. Nel corso delle investigazioni è emerso un apparato organizzativo connotato da una solida struttura che poteva contare su una fitta rete di collaboratori, intermediari fornitori e corrieri. Le evidenze investigative, raccolte in misura consistente attraverso il ricorso alle intercettazioni telefoniche ed ambientali, sono state suffragate durante il percorso investigativo, da significative attività di riscontro culminate con il sequestro di ingenti quantitativi di droga ed arresti. In particolare, in data 31.07.2017 sono stati sequestrati a Villanova oltre quattro chili di cocaina rinvenuti nella disponibilità di una coppia di coniugi abruzzesi che, nella circostanza, venivano tratti in arresto, in data 14.12.2017 venivano sottoposti a sequestro a San Mango Piemonte altri due chili e mezzo circa di cocaina, con contestuale arresto di un soggetto marocchino residente in Spagna, ed in data 08.02.2018, in territorio di Buccino, veniva sequestrato altro mezzo chilo abbondante di cocaina, con arresto di un soggetto di origini campane. Secondo l’ipotesi accusatoria si trattava di droga importata per conto del sodalizio pignolese, nei primi due casi dall’Olanda, per il tramite di un fornitore marocchino dimorante in Germania, nell’altro dal limitrofo territorio campano. Allo stato sono contestate anche le aggravanti del metodo mafioso  e  della disponibilità delle armi, atteso che nel corso di una delle varie attività di riscontro, venivano rinvenute e sottoposte a sequestro due pistole, una delle quali per altro clandestina che, secondo l’ipotesi degli inquirenti, erano state reperite nel territorio napoletano (Scampia-Secondigliano) ed erano destinate al sodalizio locale per il tramite di un autotrasportatore potentino, che veniva tratto in arresto a Pompei. Sulla base della ricostruzione investigativa, la dotazione di armi da parte del sodalizio rientra a pieno titolo nella strategia mafiosa a cui appaiono ispirate le sue dinamiche. Nel corso delle intercettazioni, fra l’altro, è stata captata una conversazione in cui proprio l’intermediario napoletano per la fornitura delle pistole richiamava l’attenzione del suo interlocutore, braccio destro del capo del sodalizio, sulla necessità di imporre una strategia del terrore (“Ci stanno momenti che tu devi imporre il terrore!’; tipica del metodo mafioso. Le indagini, dunque, hanno fatto luce su di un consolidato sodalizio criminale le cui mire espansionistiche nel mercato nazionale ed internazionale della droga e le cui dinamiche operative, ispirate dal capo dell’organizzazione, RIVIEZZI SAVERIO, costituiscono logico e coerente sviluppo della personalità  e  del metodo criminale del  RIVIEZZI e di QUARATINO ANGELO  da ultimo, non secondario rilievo, a suffragio della connotazione mafiosa delle attività del gruppo, rivestono sia i rinvii a giudizio, nell’ambito di distinti procedimenti, di altri due sodali, uno per estorsione aggravata dal metodo mafioso e l’altro per la fornitura di droga in favore del clan CASSOTTA, sia, più in generale, i numerosi precedenti da cui sono gravati molti altri indagati.