Truffa e corruzione a Potenza, due arresti e sei divieti di dimora.

IL PROCURATORE CAPO DI POTENZA DOTT.FRANCESCO CURCIO

Ai domiciliari sono finiti gli imprenditori Mario Giuliano e Nicola Auletta, divieto di dimora per Francesco Mollica (ex presidente del Consiglio regionale lucano ed attuale consigliere regionale) Maria Assunta Frescura, Nicola Cerroni, Pietro Gliella, Giulio Ferrara e Carlo Costa, segretario Filt Cisl Basilicata. Avvisi di garanzia sarebbero stati notificati anche  all’ex sindaco di Potenza, Vito Santarsiero, (attuale presidente del Consiglio regionale della Basilicata) e all’assessore comunale Carmen Celi. In totale 17 gli indagati. Due arresti e sei divieti di dimora sono stati notificati all’alba di oggi a otto persone, indagate a vario titolo per truffa aggravata ai danni di ente pubblico, turbativa d’asta, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione, falso in atto pubblico, bancarotta fraudolenta. I provvedimenti cautelari sono di una più ampia e articolata indagine sul dissesto del Comune di Potenza, risalente alla precedente giunta, i cui sviluppi investigativi si sono intrecciati con il procedimento relativo all’affidamento al Co.Tra.B del servizio di trasporto pubblico locale e dei servizi sostitutivi e integrativi della rete ferroviaria, dando vita a due distinti filoni di indagine connessi e quindi trattati dallo stesso ufficio.I provvedimenti cautelari disposti dal gip di Potenza, su richiesta della Procura, sono stati eseguiti dagli Agenti della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica Aliquota Carabinieri ) del Nucleo di Polizia Economica e Finanziaria della Guardia di Finanza di Potenza e della Polizia Municipale di Potenza. Il primo filone investigativo ha riguardato la gestione del contratto di appalto fra il Comune di Potenza e la soc. coop. Ariete avente ad oggetto l’affidamento dei servizi di pulizia giornaliera e periodica delle strutture e dei locali dell’Ente, nonché dei servizi di pulizia, custodia e vigilanza di molte palestre scolastiche, di impianti sportivi e dei bagni pubblici.Dalle indagini è emerso “un illecito meccanismo che, di fatto, grazie a Mario Giuliano, funzionario del Provveditorato comunale, addetto proprio al controllo sulla regolarità dell’esecuzione del contratto, avrebbe consentito alla cooperativa Ariete di percepire importi molto maggiori rispetto a quelli realmente spettanti a fronte delle prestazioni effettivamente rese. Secondo gli inquirenti anziché operare variazioni al ribasso dei corrispettivi da riconoscere rispetto alle prestazioni che la soc. coop. Ariete talora non eseguiva (in tutto o in parte), e non avrebbe neppure potuto eseguire ( sia per la chiusura degli impianti nel periodo estivo, sia perchè certe strutture venivano successivamente affidate alla gestione di privati, ad esempio l’impianto di Macchia Giocoli e il campo da calcio di C.da Lavangone), sarebbero stati riconosciuti (attraverso una illecita compensazione ) corrispettivi per lavori extra fittizi, svolti della società Ariete in favore del Comune. Dalle indagini sarebbero emerse rilevanti illecite erogazioni di denaro pubblico e conseguenti ipotesi delittuose, incrociando i cd. prospetti di rendiconto predisposti da Giugliano – attestanti saldi attivi a favore della soc. coop. Ariete con i cd. buoni-lavoro (documenti che avrebbero dovuto attestare lo svolgimento di lavori extra connessi e collegati a quelli contrattualmente previsti ) spesso -sostengono gli inquirenti- creati ad arte dalla ditta appaltatrice e quindi svolti in tutto o in parte in modo fittizio.In particolare anche grazie all’analisi di una serie di dati indicativi della mancata o parziale esecuzione di numerose prestazioni contrattuali o extracontrattuali- i “buoni-lavoro (quali ad esempio il servizio di assistenza ai bagnanti presso la Piscina Comunale svolto, in concreto, per un monte ore nettamente inferiore a quello riconosciuto, ovvero il servizio di vigilanza del parco Elisa Claps svolto per un periodo più breve rispetto a quello riconosciuto, atteso il subentro di una società privata nella gestione della struttura) – sarebbero emerse fattispecie di truffa aggravata in danno del Comune contestate nell’ordinanza cautelare. A ciò si aggiunga che i cd. prospetti di rendiconto presentati dalla ditta Ariete venivano radicalmente sconfessati da una serie di dati documentali ed informativi, acquisiti nel corso delle indagini, quali il raffronto con le ore lavorative dei dipendenti che risultavano dalle buste paga (che hanno denotato uno scollamento per difetto di oltre 121.000 ore nel periodo compreso fra il 2007 ed il 2014) , la consultazione dei cd registri di custodia di molte strutture pubbliche ( registri giornalieri in cui sono gli orari di apertura e chiusura delle strutture pubbliche), degli atti presso l’Ufficio Sport del Comune di Potenza e dall’escussione a sit di numerosi dipendenti della ditta appaltatrice. Nel corso delle indagini, gli investigatori, hanno effettuato una rigorosa ricognizione economico/ contabile che, a dispetto delle note di credito a favore della soc. coop. Ariete fittiziamente indicate dal Giugliano nei suoi rendiconti, ha, invece, consentito di acclarare, un ammanco di migliaia di ore di prestazioni di pulizia e custodia, regolarmente pagate all’appaltatrice per un danno economico complessivo alle casse del Comune di Potenza (che, infatti è stato dichiarato in dissesto) di milioni di euro che limitatamente ai delitti contestati e non prescritti, può essere quantificato in quasi 500.000,00 euro. Le indagini hanno poi consentito di verificare ed accertare ulteriori ipotesi di mala gestio del denaro pubblico avvenute in danno del Comune di Potenza sfociate in altrettante consumazioni di illeciti penali. In particolare per i magistrati ci sarebbe stata una liquidazione truffaldina da parte del Comune di Potenza — ad altra società, la Lucus Servizi -di prestazioni di rimessaggio e pulizia di tabelloni elettorali di fatto non eseguite da tale ditta, in quanto eseguiti e già pagati alla soc. coop. Ariete (come confermato dai dipendenti di quest’ultima) Risultava poi, a conferma del rapporto preferenziale fra il principale indagato ( Giugliano) e la società beneficiaria delle illecite erogazioni, l’impiego di due fatture, relative a prestazioni mai rese al Comune di Potenza, per remunerare la soc. coop. Ariete del prezzo di un robot per pulizia piscine che, invece, sarebbe stato ceduto a Giugliano per scopi personali. Nel corso delle indagini sarebbe emerso un rapporto corruttivo tra Giugliano ed altri esponenti dell’amministrazione comunale di Potenza e l’imprenditore Nicola Auletta, che è risultato essere amministratore di fatto della Facility Srl, altra società in rapporti con il Comune di Potenza. In particolare, nell’ordinanza cautelare viene contestato che la società sarebbe stata illecitamente agevolata nel conseguire l’affidamento del servizio di gestione degli impianti tecnologici presso il Palazzo di Giustizia di Potenza, attraverso il passaggio illecito e preferenziale di informazioni rilevanti ai fini della aggiudicazione dell’affidamento, sul contenuto dell’attività istruttoria svolto dalla cd ” Commissione tagli” ( che aveva il compito di rimodulare al ribasso le spese dell’Ente Comunale) presieduta proprio da Giugliano. Quest’ultimo avrebbe consentito a due tecnici della Facility, di ispezionare in via privilegiata e preferenziale, spacciandosi per tecnici del Comune, (violando in modo evidente la par condicio della gara) gli impianti tecnologici dello stabile (talora per motivi di sicurezza interdetti al pubblico ) così da favorire la Facility nella formulazione dell’offerta economica e tecnica . A fronte di tali rapporti collusivi- scrivono gli inquirenti nell’ordinanza di custodia cautelare- per compensare il Giugliano, non sarebbe stati incluso, in un provvedimento di licenziamento collettivo, un dipendente della soc.coop Ariete segnalato espressamente da Giugliano all’imprenditore Auletta. Ulteriori sviluppi investigativi con riferimento alla Facility hanno portato alla luce una vera e propria operazione di svuotamento patrimoniale della società Logica Servizi Srl,  facente capo a Nicola Auletta che, di fatto, avrebbe consentito di sottrarre alla garanzia dei creditori e del fisco il compendio complessivo della Logica dichiarata fallita nel dicembre 2015 dal Tribunale di Potenza. In sostanza, con due distinti contratti di affitto di ramo d’azienda alla Facility, per altro stipulati lo stesso giorno in cui la Guardia di Finanza di Potenza contestava con alla Logica svariate violazioni fiscali, sarebbero state trasferite alla prima le poste attive della seconda, dietro corrispettivi mai versati e mai pretesi così da porre la Logica Srl in stato di decozione, in danno sia degli interessi dei creditori che dell’Erario che risultava vantare un credito complessivo di oltre 9 milioni di euro.Ulteriore filone investigativo ha riguardato all’affidamento al Co.Tra.B del servizio del trasporto pubblico locale e dei servizi sostitutivo e integrativo della rete ferroviaria: il suddetto Consorzio, infatti, risulta concessionario del servizio di trasporto pubblico su gomma (t.p.l.) per le linee interurbane della Provincia di Potenza dal 2009 e nella città di Potenza (servizio urbano- t.p.u.) dal 2006 al 31.12.2015. In particolare l’attenzione investigativa si è concentrata da subito su Giulio Leonardo Ferrara, presidente del Consiglio di Amministrazione di Co.Tr.A.B., responsabile per la Basilicata e per la Provincia di Foggia della Sita Sud, di cui è procuratore speciale. Sin dall’inizio delle attività d’indagine è emerso lo stretto legame tra Ferrara e il segretario della Federazione Italiana Trasporti Cisl della Basilicata, Carlo Salvatore Costa; tale consolidato rapporto, nel corso delle investigazioni si è mostrato finalizzato-secondo le indagini- al conseguimento di due obiettivi comuni, uno strumentale all’altro:  sostenere e conservare l’affidamento di tali servizi da parte degli Enti pubblici a favore del Co.Tr.A.B., ostacolando l’ingresso di altre aziende estranee al Consorzio; gestire lo specifico settore, in modo da avere il controllo complessivo del sistema del trasporto pubblico su gomma. Anche a fini clientelari e per avere un bacino di elettori disponibili. E’ in questo contesto che dalle indagini sarebbero emerse fattive sinergie fra i Costa, Ferrara e il consigliere regionale Francesco Mollica, risultato essere -un loro -referente -politico di fiducia. Il rapporto tra i tre- si legge nell’ordinanza del gip convergeva verso comuni obiettivi ognuno alimentato da propri e specifici interessi (imprenditoriale, sindacale e politico). In questo quadro di relazioni politiche, imprenditoriali e sindacali, emergeva dalle indagini, che la Giunta Regionale in data 09.06.2015 (D.G.R. n. 734/2015) approvava lo “schema bando e pubblicazione gara con procedura aperta per l’affidamento della gestione e dell’esercizio dei servizi automobilistici sostitutivi o integrativi dei servizi ferroviari di interesse regionale e locale di cui agli articoli 8 e 9 del D: Lgs 422/97”, relativo al biennio 2016/2017 per un importo annuo a base d’asta pari ad € 6.465.830,58, oltre IVI\, per un importo complessivo di € 14.224.827,28. Tale delibera risultava propedeutica ad un bando di gara con “procedura aperta” che la Regione avrebbe indetto per l’affidamento del servizio autolinee, sostitutivo e/o integrativo della rete ferroviaria sul territorio regionale (ex art. 34 octies D.L. n. 179/2012) fino a quel momento gestito dalle Ferrovie Appulo Lucane e da Trenitalia. Ancora prima della pubblicazione del bando, Ferrara avrebbe attivato tutti i suoi collaboratori per ottenere gli atti rilevanti per partecipare alla gara con il Co.Tr.A.B e vincerla. In particolare, Ferrara avrebbe posto in essere una serie di condotte finalizzate a turbare il procedimento amministrativo diretto all’emanazione del bando di gara, trovando il supporto consapevole di alcuni indagati: in collaborazione con Costa avrebbe chiesto, al consigliere regionale Mollica, di recuperare presso la Stazione Unica Appaltante gli atti relativi alla Delibera di Giunta num. 1590/2014, comprensiva degli allegati riservati e non ancora pubblicati in quanto contenenti atti inerenti il disciplinare della gara di cui sopra, non pubblicabili fino all’emanazione del bando di gara avvenuto il 24.11.2015 ad opera della Regione Basilicata — Dipartimento Stazione Unica Appaltante; i tre avrebbero poi ottenuto tali atti riservati attraverso la mediazione di Anna Fulgione, collaboratrice del consigliere regionale Mollica. La Fulgione avrebbe contattato il Capo di Gabinetto e responsabile della Stazione Unica Appaltante per farsi consegnare i documenti al fine di consegnarli poi a Mollica il quale li avrebbe consegnati personalmente a Ferrara mettendo in condizione il Co.Tr.A.B. di assumere prima ancora della pubblicazione del bando di gara, dati utili alla formulazione della propria offerta economica.