Il decreto Bonisoli ora va anche rivisto.
“Pur valutando in termini positivi la decisione di sospendere con efficacia immediata i deleteri effetti della riforma Mibac per la Regione Basilicata, riforma partorita dall’ex ministro pentastellato Bonisoli, questo ancora non basta”. Ad affermarlo il consigliere regionale di Basilicata Positiva, Piergiorgio Quarto, che rivolge l’invito in epigrafe al neo-ministro ai Beni culturali, Dario Franceschini. “Il provvedimento – continua Quarto – va rinnovato in tempi rapidi in modo da continuare a garantire ai cittadini lucani e a tutte le istituzioni culturali presenti sul territorio la piena autonomia culturale. sembra paradossale, ma nel 2019 anno di massimo splendore per la cultura lucana, la politica nazionale decide di cancellare i presidi culturali del nostro territorio, di minarne l’operatività economica, le capacità organizzative, la grande sensibilità di interagire con il territorio, tutte prerogative unanimemente riconosciute a livello internazionale”. “Non esistono oggi e non esisteranno in futuro – rimarca Quarto – le condizioni per penalizzare Matera, unica città degna di essere sede centrale del polo museale lucano. La politica, ma soprattutto i politici, devono tornare a rapportarsi con i cittadini per instaurare con gli stessi rapporti chiari e diretti. Appare questo – fa rilevare il consigliere – l’unico metodo per venire incontro alle tante problematiche, alle molteplici aspettative della società civile nella vita di tutti i giorni. Appare il miglior rimedio contro i danni prodotti dalle decisioni di certa politica, che abbina il suo operato solo ad aridi criteri di matrice numerica e dimensionale”. “Le riforme – sostiene Quarto – in particolare quelle riguardanti il mondo della cultura devono rispondere a criteri di razionalità e buon senso e non certo essere ispirate a favorire le regioni più grandi, vedi la Puglia, a discapito di quelle di dimensioni inferiori come la nostra Basilicata. Il mio auspicio – conclude Quarto – e di tutti i cittadini lucani è che questa triste vicenda rimanga solo un ricordo sbiadito nel tempo, caratterizzato da una bella pagina di reazione popolare, accompagnata da un messaggio forte e chiaro: nessuno può permettersi di cancellare l’autonomia culturale della Basilicata”.