ILLECITI CONTRO IL REDDITO DI CITTADINANZA.
LA GUARDIA DI FINANZA COMUNICA: INDIVIDUATE 15 PERSONE CHE HANNO INDEBITAMENTE PERCEPITO IL BENEFICIO.
I Finanzieri del Comando Provinciale di Potenza, in collaborazione con l’INPS, a seguito di un’accurata indagine svolta sulle istanze presentate dai soggetti residenti nella provincia di Potenza tese a fruire del “Reddito di cittadinanza” ed orientata alla verifica dei requisiti richiesti dal D.L. 4/2019, hanno individuato 15 soggetti che hanno percepito il particolare beneficio pur non avendone diritto.
Nel corso di accurate verifiche, le Fiamme Gialle hanno avuto modo di accertare in particolare che la misura di sostegno era stata richiesta ed ottenuta traendo in inganno l’INPS occultando condanne per i reati di associazione di tipo mafioso, ovvero la presenza nei loro confronti di provvedimenti restrittivi della libertà personale perché detenuti agli arresti domiciliari o in carcere.
Come noto, infatti, il “Reddito di cittadinanza” è riconosciuto ai nuclei familiari in possesso, all’atto della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio, di particolari requisiti di cittadinanza, residenza, soggiorno, reddituali e patrimoniali, nonché di ulteriori presupposti di compatibilità tra i quali la circostanza di non essere stati condannati definitivamente nei 10 anni precedenti la richiesta, per reati, tra gli altri, di associazione di tipo mafioso ovvero di non essere stati sottoposti aprovvedimento di custodia cautelare.
Tutti i soggetti indicati sono stati segnalati all’A.G. potentina per il reato di dichiarazioni mendaci e l’INPS ha attivato la revoca del sussidio e le procedure per il recupero immediato del beneficio economico percepito illecitamente.
Le somme, percepite a partire dal 2019 dai nuclei familiari di cui fanno parte i soggetti segnalati, sono state quantificatecomplessivamente in circa euro 100.000.
L’attività investigativa si inserisce in una più ampia strategia attuata dalla Guardia di Finanza finalizzata a contrastare l’illecita percezione di risorse destinate invece alle persone che versano in condizioni di difficoltà.