AL VIA INTERVENTI PROTOCOLLO MINISTERI-REGIONE FONDO IDROCARBURI.
Con la presa d’atto da parte della Giunta Regionale del Protocollo di intesa sottoscritto il 20 dicembre scorso tra Il Ministero della Transizione Ecologica, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Regione Basilicata, è possibile avviare gli interventi individuati dalla Giunta per l’impiego delle risorse del “Fondo preordinato alla promozione di misure di sviluppo economico e all’attivazione di una social card per i residenti nelle regioni interessate dalle estrazioni di idrocarburi liquidi e gassosi”, relativo all’annualità 2020, pari a € 34.611.437, risorse assegnate alla Regione a seguito del completamento del calcolo di suddivisione tra le Regioni.
La ripartizione decisa dalla Giunta riguarda tre settori: € 20.211.437 per l’attuazione di misure di sviluppo economico; € 13.900.000 per l’attuazione di misure di coesione sociale; € 500.000 per l’attuazione della misura di Social Card.
Misure di sviluppo economico – Riguardano: Misure di sostegno per l’innalzamento dei livelli di competitività degli operatori economici lucani nonché per l’attrazione di nuovi investimenti produttivi anche attraverso pacchetti integrati agevolativi e/o contratti di sviluppo a valenza regionale e/o l’attivazione di accordi di programma nazionali. Stanziamento pari a €11.492.013; Progetto Servizi Agro-ambientali Aree Produttive. Stanziamento pari a €8.719.424.
Misure di coesione sociale – Riguardano: Reddito minimo di inserimento. Stanziamento pari a € 5.900.000; Azioni finalizzate alla salvaguardia dei livelli occupazionali nei cantieri forestali per la difesa del patrimonio ambientale e territoriale. Stanziamento pari a €8.000.000;
Misura social card – Sarà istituita a sostegno alle famiglie bisognose per il diritto all’educazione e all’istruzione stanziamento € 500.000.
L’assessore alle Attività Produttive Francesco Cupparo, per quanto riguarda gli interventi nei settori imprese e lavoro, per circa 11,5 milioni di euro, precisa che “l’obiettivo è finalizzato in particolare: ad aumentare il livello di competitività e la sostenibilità ambientale degli operatori economici attraverso la ristrutturazione delle loro attività, il rimodellamento organizzativo, il trasferimento tecnologico nonché la riconversione produttiva nell’ambito dell’economia circolare e la transizione ecologica; attrarre nuove attività, dotate di significativa valenza in termini di sostenibilità ambientale, di occupazione, di elevato tasso di innovazione tecnologico-produttiva, che impiantino i loro siti produttivi sul territorio regionale, nelle zone economiche speciali (aree ZES) ovvero che rilancino produzioni e prodotti appartenuti al sistema di competenza di settori in via di progressivo abbandono o di decadimento competitivo per effetto del perdurare della crisi e di strategie di delocalizzazione; recuperare, in misura significativa seppur parziale, siti industriali o artigianali dismessi per effetto della cessazione o dell’esaurimento delle attività produttive che vi erano state allocate, ovvero il loro patrimonio industriale in termini di risorse umane con le relative competenze e di sistema integrato di fornitura con il relativo know-how tecnico–organizzativo, attraverso l’avvio e l’insediamento di nuove attività, anche in comparti o segmenti diversi per vocazione di business; sostenere il tessuto imprenditoriale delle micro, piccole e medie imprese operanti in settori tradizionali, spesso “esclusi” dal campo di intervento della programmazione comunitaria, finanziando programmi di investimento di tipo più ‘tradizionale’ e non esclusivamente vocati all’innovazione e/o alla ricerca. Saranno emanati uno o più avvisi pubblici a seconda dei settori produttivi (commercio, artigianato, turismo, manufatturiero), delle dimensioni di impresa (micro e piccole, medie e grandi) e del taglio degli investimenti agevolabili”.