Si apre la disputa sul destino della centralissima Chiesa della Trinità. Un dramma tutto potentino.
È passato oltre un mezzo secolo, eppure la memoria è chiara e viva dell’ indossare il vestito più bello ed andare a seguire la celebrazione della Santa Messa. A qualsiasi età, per i veri potentini, il mito della domenica in Trinità sembrava incrollabile. E, invece, un autentico terremoto giudiziario ne ha minato il suo essere più intrinseco aprendo dubbi ed interrogativi alle coscienze di tutti. Oggi, dopo lavori di restauro che ambivano anche a ripulirla energeticamente, ci si trova ad un bivio. Chiesa, coscienza, giustizia, opportunità? Riportiamo fedelmente i due comunicati di ieri rimandando ogni considerazione ai nostri elettori e al sentire di tutti.
ARCIDIOCESI METROPOLITANA DI POTENZA-MURO LUCANO-MARSICO NUOVO
Ufficio Comunicazioni Sociali
L’arcivescovo di Potenza Muro lucano e Marsico Nuovo, Mons. Salvatore Ligorio ha dato avvio in diocesi ad una riorganizzazione funzionale per rispondere ad esigenze pastorali che riguardano la comunità diocesana ma anche singole parrocchie.
Una prima tappa riguarda una parziale nuova dislocazione del clero in risposta a particolari esigenze del territorio ma anche alle necessità legate all’età di molti preti ormai anziani .
In particolare, nel centro storico di Potenza, a causa anche del forte calo demografico degli ultimi decenni , si andrà nei prossimi mesi verso la costituzione di una sola unità pastorale. In pratica, resteranno le attuali parrocchie, ma ognuna di esse opererà in uno specifico ambito secondo un progetto complessivo di coordinamento che farà capo alla Cattedrale.
In questa chiave, il parroco attuale della cattedrale, don Antonio Savone, avrà fin da oggi anche la responsabilità della parrocchia della Trinità, appena la chiesa sarà aperta, a conclusione dei lavori in corso. A suo fianco opererà come co-parroco don Giovanni Caggianese. La Chiesa della Trinità , con la recente storia alle sue spalle legata alla tragedia di Elisa, avrà come specifico indirizzo pastorale quello di proporsi ai credenti , ai cercatori di Dio e ai cittadini tutti, come centro di spiritualità, di preghiera e di riflessione: oasi di fede e di speranza nel cuore del centro storico, monito muto a favore di una gioventù che merita più cura e più attenzione da parte della Chiesa e della società.
Altri spostamenti di sacerdoti riguardano don Marcello Cozzi che sarà co-parroco nella parrocchia di Sant’Anna e Gioacchino, sempre a Potenza, e don Giuseppe De Marco che curerà la vicarìa di Santa Maria degli Angeli .
Aktri trasferimenti riguardano la zona pastorale di Muro Lucano,Tito e òla valle del Melandro, e la Val d’Agri.
Nei particolari: do Sojan John diventa parroco di di tutte le parrocchie di Muro Lucano.
A Balvano invece arriva don Pompeo Monaco; a Savoia di Lucania don Mosè Ekoude.
In Val d’agri don Giovanni Pecile viene nominato amministratore parrocchiale di san’Antonino martire in Grumento Nova e don Antonio Petrone cappellano dell’ospedale di Villa d’Agri.
A tutti l’arcivescovo ha rivolto un ringraziamento per l’accettazione del nuovo incarico finalizzato ad una evangelizzazione sempre più intensa e contemporaneamente ha manifestato espressamente un forte sentimento di stima per la comune missione di testimoni del vangelo.
NOTA DELLA FAMIGLIA CLAPS
Dopo la nota di ieri della Curia Vescovile ci sentiamo in dovere di esprimere alcune amare considerazioni.
Mascherare la riapertura della Chiesa della Trinità dietro il paravento di una “riorganizzazione funzionale” denota ancora una volta tutta l’ipocrisia e la meschinità di chi dovrebbe fare del rispetto del prossimo e della verità la sua missione di vita.
Non una parola viene spesa per Elisa, non una considerazione per le ferite inferte ad una famiglia che ha atteso 17 anni di conoscere un pezzo di verità, la parte restante rimane sepolta in quella chiesa coperta da una cortina impenetrabile di omissioni e colpevoli silenzi.
Proseguendo nella lettura apprendiamo che la Trinità dovrebbe essere “oasi di fede e di speranza nel cuore del centro storico, monito muto a favore di una gioventù che merita più cura e più attenzione da parte della Chiesa e della società”.
Crediamo invece che i ragazzi di questa città abbiano bisogno di verità gridate e non di moniti muti come mute sono state le bocche di quanti avrebbero potuto parlare prima e dopo il ritrovamento di Elisa.
Il cuore del centro storico, per tornare a pulsare, oltre alla fede e alla speranza, ha necessità di un atto di coraggio e non di ipocriti equilibrismi e di fumose dichiarazioni che confondono anche il più devoto dei credenti.
Padronissimi di riaprire la Chiesa, LIBERA la famiglia Claps, di chiamare quel giorno al suo fianco i tanti amici che l’hanno accompagnata in questo tormentato cammino.
La famiglia Claps