L’ENI HA SOCIETÀ OFFSHORE NEI PARADISI FISCALI EUROPEI?
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO L’INTERVENTO DEL SENATORE ARNALDO LOMUTI.
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In relazione alla circostanziata denuncia fatta dall’associazione “Tax Justice Italia”, pubblicata dal Fatto Quotidiano, in merito a piazze Offshore e a vantaggi fiscali dei quali usufruirebbe l’Eni sfruttando una serie di paradisi fiscali, compresa l’Olanda, abbiamo chiesto spiegazioni, con una interrogazione, al ministro del Mise, Stefano Patuanelli, e al ministro del MEF, Roberto Gualtieri.
In quanto, risulterebbe veramente increscioso che un’azienda così importante per lo Stato italiano, come l’Eni, anche per il supporto logistico che offre al Paese grazie alla sua organizzazione planetaria, potesse usufruire dei benefici finanziari dei paradisi fiscali.
Sarebbe un danno triplo, non solo per le entrate del Paese, non solo per l’immagine della stessa società, ma anche in virtù della battaglia politica che il governo Conte sta conducendo in Europa, per un MES senza condizionalità, per la mutualizzazione degli incrementi dei debiti pubblici dei Paesi Europei per gli effetti del Covid-19, ma anche e soprattutto per la battaglia in contropartita che il premier Giuseppe Conte e il M5S stanno conducendo contro le sperequazioni e le contraddizioni interne all’EU.
Non è possibile che l’Eurozona sia rigida verso la mutualizzazione del debito che si sta creando, per far ripartire l’economia e poi al suo interno consenta differenze di imposte fiscali e, soprattutto, paradisi fiscali. Come l’Olanda, che sottrae diversi miliardi di euro alla fiscalità del resto d’Europa, attraendo le sedi fiscali delle multinazionali con incentivi e vero e proprio dumping fiscale.
Quanto dichiara l’Associazione “Tax Justice Italia” per la promozione della giustizia fiscale, è grave ma se confermato, dovrà essere un buon banco di prova del governo che, a dispetto della contestata riconferma dell’Ad Claudio Descalzi, addotti un reale cambio di passo e sia delle politiche energetiche che d’ora innanzi dovrà adottare il governo attraverso la sua società partecipata.
Per cui ai due ministri chiederò conferma: se l’Eni ha 10 filiali in altrettanti “paradisi fiscali” così da eludere imposte sul reddito fino al 2027; se corrisponde al vero che l’Italia, nel suo complesso, riduce le sue entrate fiscali per 6,5 miliardi di euro/anno a causa di medesimi comportamenti da parte di diverse importanti società “italiane” (FCA, Ferrari, Mediaset, ecc.) e se è vero che ad Amsterdam siano registrate 53 società del gruppo ENI.