Finalmente! Facoltà di medicina in Basilicata dall’anno accademico 2021/2022.
La Giunta regionale formalizza il proprio parere favorevole e prende atto del Regolamento didattico varato dall’Ateneo. Bardi: “Un ulteriore passo in avanti per la concreta attuazione dell’accordo di programma siglato con i Ministeri della Sanità e dell’Università”. Con una delibera approvata ieri, la Giunta regionale ha formalizzato il proprio parere favorevole, “ai sensi del decreto del MIUR del 25 ottobre 2019 n. 989, all’attivazione, a decorrere dall’anno accademico 2021/2022, del corso di laurea magistrale a ciclo unico in medicina e chirurgia presso l’Università degli studi della Basilicata”. Con lo stesso provvedimento la Giunta ha preso atto del “Regolamento didattico di Ateneo dell’Università degli studi della Basilicata, così come integrato dalle osservazioni contenute nel parere favorevole del Consiglio universitario nazionale”.
Dopo l’approvazione dell’accordo di programma siglato il 5 agosto da Regione Basilicata, Università degli studi della Basilicata, Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica e dal Ministero della Salute, e dopo i pareri favorevoli espressi dal Comitato regionale di coordinamento e dal Senato accademico, l’Unibas ha definito il “Regolamento didattico di Ateneo dell’Università degli studi della Basilicata”, nel quale viene precisato l’obiettivo del nuovo corso di laurea: formare medici dedicati all’attività assistenziale, dotati delle basi scientifiche, della preparazione teorico – pratica necessaria all’esercizio della professione medica e delle competenze di base che permettano ai futuri medici di comprendere, sfruttare e governare in modo consapevole le opportunità che lo sviluppo delle nuove tecnologie sta portando nell’ambito medico. Questo documento è poi stato approvato dal Consiglio universitario nazionale che ha chiesto di integrare gli obiettivi formativi specifici del corso inserendo, fra le conoscenze da acquisire, quelle relative alle differenze ed alle patologie di genere, alle malattie rare, alla medicina e alle cure palliative.
“L’approvazione di questo provvedimento da parte del governo regionale – afferma il presidente della Regione Vito Bardi – segna un ulteriore passo in avanti per la concreta attuazione dell’accordo di programma siglato con i Ministeri della Sanità e dell’Università. In poco tempo siamo passati dalle parole ai fatti e grazie alla proficua collaborazione con l’Ateneo lucano e con i Ministeri competenti stiamo definendo tutti gli atti propedeutici all’attivazione del corso di laurea in medicina. Sono passaggi molto complessi, che puntano ad assicurare un’elevata qualità dell’offerta formativa ed una sua piena integrazione con le strutture sanitarie interessate, tanto da offrire ai giovani lucani ed a quanti vorranno venire in Basilicata a studiare medicina una opportunità di formazione importante, che poi tornerà utile anche per la crescita complessiva del servizio sanitario regionale e dello stesso Ateneo”.
Con un successivo provvedimento della Giunta regionale sarà approvato il “Protocollo d’intesa per lo svolgimento delle attività assistenziali dell’Università”, che la stessa Università e la Regione, così come previsto dal decreto legislativo n. 517/1998 e dal Dpcm del 24/01/2001, al cui interno saranno individuate le modalità per l’integrazione delle attività assistenziali, didattiche e di ricerca, le modalità per il coinvolgimento dell’Ateneo nella programmazione sanitaria regionale, le modalità per la verifica dei bisogni del territorio al fine di orientare i futuri sviluppi del progetto prevedendo che le strutture assistenziali complesse essenziali alle esigenze della didattica e della ricerca possano essere individuate nelle aree e nelle unità operative delle aziende regionali per i servizi sanitari.
Per l’attivazione del corso di laurea in medicina la Regione ha stanziato 3 milioni di euro per il primo anno e 4 milioni di euro per gli anni successivi per il periodo di vigenza del Piano dodicennale Regione / Università 2012–2024, integrando così lo stanziamento di 10 milioni di euro all’anno già previsto. A questi fondi si aggiungono quelli stanziati dal Miur per sostenere i costi di funzionamento (2 milioni di euro all’anno per il triennio 2021-2023) e dal Ministero della Salute per implementare la ricerca sanitaria (3 milioni di euro all’anno per il triennio 2021 – 2023).