Potenza: 2 Giugno – Festa della Repubblica – L’intervento della Consulta Provinciale Studentesca

La Consulta Provinciale Studentesca con i suoi rappresentanti è intervenuta nelle celebrazioni del 72° anniversario della Fondazione della Repubblica leggendo dei brani molto significativi e di grande impatto emotivo,insieme alla referente per la Legalità la professoressa Barbara Coviello. Il primo brano ed il secondo brano di Aldo Moro sono stati letti rispettivamente da Giulia Scavone, allieva del Liceo delle Scienze Umane “Gianturco” di Potenza, e da Michelangelo Doino, del Liceo Scientifico “Fermi” di Muro Lucano. Il brano di Giorgio La Pira è stato letto da Antonio Verrastro, studente del Liceo Scientifico “Galilei” di Potenza.

Dagli scritti di Aldo Moro

1.Una formula di convivenza per costruire il nuovo Stato

Discorso all’Assemblea Costituente, 13 marzo 1947

Divisi – come siamo – da diverse intuizioni politiche, da diversi orientamenti ideologici, tuttavia noi siamo membri di una comunità, la comunità del nostro Stato, e vi restiamo uniti sulla base di un’elementare, semplice idea dell’uomo, la quale ci accomuna, e determina un rispetto reciproco degli uni verso gli altri.

Costruendo il nuovo Stato, noi determiniamo una formula di convivenza. Noi non facciamo soltanto l’organizzazione dello Stato, non definiamo soltanto alcuni diritti che intendiamo sancire per la nostra sicurezza nell’avvenire; ma determiniamo soprattutto una formula di convivenza nuova, la quale sarà la premessa necessaria e sufficiente per la costruzione del nuovo Stato.

 

  1. Fare qualcosa di grande e di buono

Lettera ad Agostino Saviano, Bari, 29/9/1942

Mi pare che nella vita, per fare qualcosa di grande e di buono, e perciò di duraturo, occorra saper pagare di persona, facendosi attori e veri partecipi, poi, del dramma.

Le forme di questa partecipazione possono certo mutare, perché il destino non è uguale per tutti; ma finché questa partecipazione non c’è, finché si resta freddi spettatori, senza avventura e anche senza dolore, questo è come non vivere. Perché la storia si fa senza, e contro, quelli che non conoscono la ferita che fa sangue, e non sanno cosa sia il dono dell’amore.

SCRITTI DI GIORGIO LA PIRA

DISCORSO DI LA PIRA ALLA CONFERENZA INTERNAZIONALE DELLA GIOVENTU’ PER LA PACE E IL DISARMO (26 FEBBRAIO 1964)

L’avventura storica degli uomini appare ormai, con estrema evidenza un’ avventura unica; una avventura solidale; una stessa fragile barca nell’oceano cosmico; c’è una stessa millenaria navigazione attraverso l’oceano cosmico; c’è una stessa rotta; vi sono gli stessi porti di civiltà, disseminati sulla terra e nel cosmo. Non facciamo fantascienza dicendo queste cose: vediamo la realtà storica quale essa è; sarà la città spaziale di domani! Voi, amici, perché giovani nell’età, nell’intelligenza e nel cuore, queste cose le comprenderete: anzi siete da esse, per così dire, intrinsecamente posseduti. Le generazioni nuove sono, appunto, come gli uccelli migratori: come le rondini: sentono il tempo, sentono la stagione: quando viene la primavera essi si muovono ordinatamente, sospinti da un invincibile istinto vitale – che indica loro la rotta e i porti!- verso la terra ove la primavera è in fiore .Così le generazioni nuove del tempo nostro sentono il tempo: sentono la stagione storica nuova del mondo; sono internamente mosse da un invincibile istinto vitale che Dio loro comunica. Se tutto ciò è vero -ed è vero!- che fare allora? La risposta appartiene ad uno degli scopi essenziali di questo congresso: iniziare, appunto, insieme arditamente, questa strada in ascesa -ancora ripiena di tante pietre di inciampo, di tante resistenze e di tanti pericoli- per attraversare le frontiere nuove della storia e pervenire così, alla terra promessa della pace, della unità, della libertà, della elevazione ed illuminazione spirituale e civile di tutte le genti.